“Arriva Twigis, il social network tutto per bambini, portale di informazione e divertimento tra i 6 e i 12 anni. Piattaforma nata in Israele e sviluppata in Italia in collaborazione con Rcs”.
Il Corriere di oggi scrive questo sul suo articolo dedicato al nuovo social network, e ci parla di sistema sicuro per i nostri figli, con moderatori online a supervisionarne i movimenti secondo standard “antibulli” (quali siano poi questi standard non si sa), con account senza possibilità di mandare e ricevere messaggi all’esterno e oltre 4 mila giochi online a disposizione. Cose da non poter vivere senza insomma.
Si dice che i bambini apprendano attraverso la rete e che per questo sia necessario farli muovere in un sistema adatto per loro.
Ma davvero tra i 6 e i 12 anni il luogo più adatto a loro è la rete e non un libro, una passeggiata al parco con i genitori, un pomeriggio tra amici o il campo da calcio, da basket, e i giochi veri e ‘normali’ che abbiamo fatto tutti noi?
Ovviamente sul nuovo social ci sarà anche un sacco di pubblicità, ma questo è solo un piccolo dettaglio, perché scrivono che “si tratterà solo di partnership e non di semplice advertising”. Ah beh, allora cambia tutto no? Li bombardiamo di ‘consigli inutili d’acquisto’, proprio loro, che non riescono ancora a mettere in atto i dovuti meccanismi di difesa, giustificandoli con termini come “partnership”, per indurre i genitori a credere che allora sì, è tutto innocuo e che si tratta di buona gente.
Permettete lo scetticismo.
La cosa che poi fa maggiormente inorridire è la conclusione, dove anche il presidente di Telefono Azzurro si dichiara d’accordo con questo nuovo giogo, perché di un giogo e non di un gioco si tratta, affermando che “Twigis rappresenta per noi una buona occasione per studiare il comportamento dei minori online e per capire le vulnerabilità”. Sicuramente, perché se per salvarli dobbiamo spingerli nella fossa dei leoni allora sì, questo è il metodo giusto.
A voi le vostre perplessità quindi, se ne avete.
Certo è che quando affermiamo di essere tutti dentro al sistema e che per non esser schiacciati dai suoi malefici ingranaggi non ci resta altro da fare che correre, non significa che dobbiamo trascinarci dentro anche i nostri figli già da piccoli, perché ci entreranno comunque prima o poi. E sarebbe molto meglio poi piuttosto che prima, perché tutti i bambini hanno il diritto di essere bambini, e su questo punto non credo ci sia alcun dubbio.
– Masha f. –
(fonte: http://seigradi.corriere.it/2013/09/24/arriva-twigis-il-social-network-tutto-per-i-bambini/)
25 settembre 2013