Masha Fedele

Social in Italia: perché cresce Facebook e cala Twitter.

Social in Italia: perché cresce Facebook e cala Twitter?


Vediamo anzitutto quali sono le differenze tra i due.

Come riportano le agenzie di stampa si registra nel nostro Bel paese una netta asimmetria nella popolarità dei due Social Network più diffusi sul pianeta.
Ma perché accade questo?
Per capirlo cerchiamo di analizzare brevemente quali sono le differenze di base che contraddistinguono i due Social Network.

Per prima cosa Facebook si basa su un meccanismo di reciprocità, ovvero il collegamento tra due account avviene soltanto in seguito ad una richiesta di amicizia inviata che prevede necessariamente l’accettazione da parte dell’altro.

Twitter invece permette rapporti unidirezionali, nel senso che io posso seguire qualcuno che non obbligatoriamente segue me o viceversa.

Per quel che riguarda Facebook inoltre, io sono solita definirlo come un mezzo a maggior impatto visivo, nel senso che i contenuti grafici e fotografici sono immediatamente disponibili, ce li troviamo davanti già aperti, non dobbiamo cliccare, tutto è a vista: foto del profilo, di copertina e di ogni sorta di avvenimento, immagini ben distinte e pronte in album preconfezionati. Per non parlare di ogni link condiviso, che appare nella forma grafica con la sua icona.

Inoltre su Facebook c’è lo spazio a sufficienza per scrivere poemi, ed eventualmente suddividerli per argomenti nelle note.

Si possono evidenziare avvenimenti importanti, creare eventi con fantastiche immagini e ancora gruppi, dove è tutto può essere abbellito e per questo è più accattivante.

Twitter invece ha un impatto grafico decisamente ridotto, e tutto ciò che è foto, immagine o video viene tradotto in un link, una url riadattata in formato ridotto. Per capire di cosa si stia parlando dobbiamo necessariamente cliccarci sopra e scoprirlo da noi. È vero che nel profilo di ognuno sono disponibili le miniature delle foto che quell’utente ha condiviso, ma non ci sono ad esempio tutte le foto condivise con l’App di Instagram, e questo è di per sé già una forte limitazione. Se infatti io condivido unicamente questo genere di foto e null’altro, quello spazio a me dedicato resterà sempre vuoto, come se non avessi mai pubblicato immagini.

L’elemento fondamentale di Twitter quindi è che si tratta di un Social di condivisione di contenuti che appaiono anzitutto in forma scritta. 140 caratteri per esprimere un concetto, un’opinione, una notizia. Possiamo però inserire un link ridotto che ci porta ad altre pagine web, dove trovare foto, altri link a nuove pagine, e così via. Una sorta di effetto matrioska, perché in quello che apri ci più essere ancora qualcosa.
Inoltre su Twitter con l’Hashtag (e per capire cos’è l’Hashtag vi rimando al mio articolo a riguardo http://mashafedele.com/2013/06/04/lhashtag-cose-e-a-cosa-serve/) è possibile fare una ricerca facile e mirata per argomenti e sapere cosa sta accadendo nel mondo, o in un certo settore o a una data persona.

Diciamo quindi che Twitter viene utilizzato maggiormente da chi con la comunicazione ci vive, come le agenzie di stampa, i quotidiani o i magazines di ogni sorta, le tv, le radio e web radio, tutta la politica, partiti e membri che ne fanno parte. E poi da personaggi importanti, di forte rilevanza sociale o con un certo grado di popolarità.

Quindi? Perchè in Italia Twitter ha un successo minore rispetto a Facebook?

Da qui a capire perché noi italiani prediligiamo Facebook il passo è breve.
Non tanto perché è il mezzo più facile, o perché i comandi sono maggiormente intuibili, ma perché le foto così come ogni immagine sono alla mercè di tutti e senza fatica.

Non è necessario cliccare su un link per capire di cosa si stia parlando, ma ce lo ritroviamo già bello e pronto davanti agli occhi.
D’altronde siamo o non siamo il popolo del Grande Fratello? Assidui spettatori voyeurs e voyeuses di qualcosa che intriga, attrae, e che soprattutto possiamo sempre negare di aver visto.
Anche la cultura, il sapere e l’informazione se ci vengono serviti con mille fronzoli allora sì, ce li possiamo sciroppare.
Un po’ come certe divise colorate con tanti ninnoli adottate nei reparti di pediatria più all’avanguardia, così carine che il bambino non solo non piange, ma è persino contento di essere lì.

E poi questa cosa della reciprocità osservo come sia un trend che va molto.
Tutti amano guardare, ma non vogliono essere guardati da follower che non conoscono.
Quindi su Twitter l’italiano medio è timido, non si apre e non capisce perché gli altri non si aprano a lui. Si sente un po’ come se fosse invitato ad una festa per fare da tappezzeria.
Così a quella festa preferisce non andarci e restare a casa (su Facebook…).

masha f.

 6 maggio 2013

(Fonte: www.mashafedele.com)

 

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