Masha Fedele

L’Hashtag: cos’è e a cosa serve

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Il termine Hashtag è un neologismo composto di origine anglofona, dato dall’unione delle parole Hash, che significa cancelletto ( # ), e Tag, che sta ad indicare un’etichetta o un codice di identificazione.
In parole povere un Hashtag ci permette all’interno di un Social Network di marcare una parola chiave per renderla facilmente identificabile e quindi rintracciabile nel caso in cui si vada poi ad effettuare una ricerca per argomento all’interno del Social, e a far sì che quel contenuto sia reso immediatamente disponibile.

Come fare? Semplice: si antepone il simbolo del cancelletto ( # ) alla parola o alla frase che vogliamo etichettare, facendo attenzione al caso in cui si tratti di una frase perché allora questa dev’essere composta da parole unite tra loro, senza spazi.
Ad esempio, se scriviamo un pensiero tratto dallo Zibaldone di Giacomo Leopardi, alla fine del verso possiamo scrivere #Leopardi, oppure #Zibaldone, o ancora #GiacomoLeopardi.
A questo modo quando qualcuno vorrà ricercare sul Social un contenuto o un’immagine evocativa riguardo Leopardi andrà a posizionare il cursore sulla barra di ricerca denominata “ #scopri ” e scriverà una di queste parole chiave all’interno. Il motore di ricerca del Social gli offrirà così una serie di contenuti inerenti l’argomento, tra cui anche il nostro, quello che avevamo precedentemente identificato con quel hashtag di riferimento.

L’hashtag serve quindi a categorizzare un post, un contenuto o una foto per argomenti, e risulta molto utile proprio a scopo informativo in casi in cui la stampa o i notiziari non abbiano ancora dato approfondimenti sul tema. Un esempio può essere una calamità che si verifica durante la notte, come un terremoto, dove gli utenti, primi fruitori e divulgatori di notizie 2.0 possono ricercare, inserendo la parola chiave preceduta dal cancelletto #, tutte le notizie a riguardo, prima che ogni informazione venga divulgata dalle agenzie di stampa attraverso i canali ufficiali.

Il primo ad utilizzarli e a renderli disponibili fu Twitter, ma oggi la ricerca è possibile anche su Facebook, Google+, o altri social d’impatto grafico e fotografico come Pinterest e Instagram, o per identificare gli articoli all’interno di un blog.

È fondamentale però che il contenuto (post, tweet, foto, video) pubblicato sul proprio social network sia reso disponibile pubblicamente, ossia non abbia una privacy ristretta ai soli amici, altrimenti le varie piattaforme non sono autorizzate a renderlo pubblico e quindi ad “inserirlo” nel contenitore contraddistinto per quel hashtag. È infatti la privacy del singolo post che determina se quel contenuto può essere visibile anche ad altri, e se normalmente scriviamo solo per gli amici ogni notizia resterà visibile solo ed unicamente per quegli amici pur inserendo un hashtag ad hoc.

Inoltre è importante saperli utilizzare bene, perché tanto più chiari riusciamo ad essere, tanto più efficace sarà la nostra comunicazione e più facilmente il nostro contenuto sarà reso disponibile a chi farà la sua ricerca.

Per questo dovremmo essere coerenti e attenerci ai significati che vogliamo citare, perché questo resta un mezzo per aiutare gli utenti a capire se seguirci o meno e se quello di cui noi parliamo è realmente ciò che vanno cercando.

L’hashtag resta oggi un mezzo molto utile nelle ricerche di notizie per argomento, per fatti di cronaca, politica, affari, sport. Gli utilizzi più comuni? Archiviare, supportare una causa, realizzare un questionario, ma anche segnalare le conversazioni dei propri follower, creare eventi e discutere attorno ad un tavolo virtuale.
Insomma, un nuovo modo di fare comunicazione, facile, veloce e soprattutto on demand.

Masha f.

4 giugno 2013

Fonte: www.mashafedele.com

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